venerdì 2 novembre 2018

Questa la recupero dal baule. Era il 2002, avevo appena visto al cinema "Amélie" e Boris Vian era il mio scrittore-mito. Così nasceva questa poesia, scritta a Bologna, in una giornata di pioggia simile a quella di oggi.
Le Fabuleux Destin de Boris Vian
A Boris Vian piace
la pupilla azzurra di una ragazza blu
dare un nome nuovo al pesce Glu-Glu
camminare a Parigi ma lungo i Navigli
colorare di bianco i nemici e i loro artigli
essere leggero senza perdere la durezza
essere concreto ma essere di brezza
impiegare il cervello oltre il minimo sindacale
suonare il cervello dopo una giornata brutale
nuotare incollato al dorso di un delfino
tornare ad essere nuovamente bambino
confidarsi a chi mai lo potrebbe capire
le amicizie che vivono di solo buonumore
mettere in un vaso un piccolo arcobaleno
e innaffiarlo tutti i giorni, quantomeno
ricordare a chi comanda che la vita ha un senso
ricordare a se stesso di non essere un modello
ricordare alla vita di non prendersi sul serio
continuare a vivere, ma solo perché è bello
pensare a un destino a forma di spina
nella bocca di rosa di un donna carina
di nome Amélie Poulain
conosciuta per caso, in mezzo alla gente,
e a cui dire di sé tutto e niente.

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